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Oltre duecento persone hanno occupato, già dalle prime ore di lunedì mattina, la struttura scolastica di via Liberato Palenco a Roma, in zona Ponte Mammolo. Un edificio in stato di abbandono sul quale, però, sono stati stanziati 4,3 milioni di fondi del Pnrr per la nascita di un nuovo polo 0-6. L’inizio dei lavori era previsto per la fine di novembre, ma ora l’occupazione rischia di far saltare il rigido cronoprogramma imposto per i progetti finanziati con i fondi Ue. Per questo dal municipio arriva l’appello agli occupanti: «il diritto alla casa ha lo stesso valore del diritto all’istruzione», dice il presidente del IV municipio, Massimiliano Umberti.

La situazione dell’occupazione

Gli occupanti, aiutati dagli attivisti del Movimento per il diritto all’abitare, sono entrati nell’edificio lunedì mattina. Si tratta di circa 60 famiglie, tra cui 40 minori, che erano state sgomberate dall’ex scuola statale Sibilla Aleramo e che poi erano rimaste accampate con tende e rifugi di fortuna nei pressi dell’ex scuola in via Tiburtina. L’azione di questi giorni, secondo gli attivisti che hanno coordinato l’operazione, è partita perché l’edificio di via Palenco era in stato di abbandono. In effetti, già dallo scorso settembre l’unica classe rimasta nella scuola era stata spostata in un altro plesso a causa della pericolosità dell’edificio.

Il progetto di riqualificazione

Il comune era pronto a investire nuovamente sulla scuola, grazie ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. «Quell’edificio non è sicuro: le mura non sono stabili, ed è per questo che non è più utilizzato – spiega Umberti – quella scuola rischia di crollare. E poi a breve inizieranno i lavori per la riqualificazione: entro la fine di novembre partirà il cantiere». Si tratta di uno dei cantieri del Pnrr, un progetto di 4,3 milioni di euro grazie ai quali sorgerà un innovativo polo 0-6. «Siamo molto orgogliosi perché il nostro, il municipio IV, è l’unico che avrà due poli 0-6».

All’interno dell’edificio oggi in disuso, dovrebbero quindi nascere un asilo nido comunale (di cui il quartiere è sprovvisto), e una scuola dell’infanzia. In totale, il polo dovrebbe accogliere circa 100 bambini, che avrebbero la possibilità di sfruttare anche il grande parco circostante per attività innovative e giochi all’aperto. «È un progetto a cui teniamo molto: una struttura di eccellenza in un quartiere periferico e densamente popolato – commenta Annarita Leobruni, vice presidente del IV municipio e assessora alla scuola, Politiche giovanili e Pari Opportunità del municipio IV – speriamo che questo episodio non provochi ritardi nella tabella di marcia, perché il Pnrr ha tempi definiti, e se dovessero slittare, rischiamo di perdere i fondi.

Le preoccupazioni e le speranze

Ma secondo gli occupanti, «non c’è ancora nessun progetto in atto: è tutto fumoso. Noi abbiamo trovato uno stabile totalmente abbandonato. Se poi questo progetto dovesse partire, trovata una soluzione per queste famiglie, andremo via – dice Margherita Grazioli del Movimento per il diritto all’abitare – Intanto però, queste persone avranno un tetto sopra la testa. Ma non impediremo la realizzazione dei lavori». «Voglio sperare che sia così, ma purtroppo queste promesse non mi tranquillizzano», aggiunge il presidente del IV municipio Umberti.

Secondo i tecnici del municipio, per il momento non ci sono ritardi: dopo l’approvazione, il progetto esecutivo è passato ora alla fase dei verificatori, che analizzeranno la conformità del progetto. Subito dopo, dovrebbero partire i lavori. «Ma un ritardo rischia di determinare lo slittamento dei lavori. E quindi, della consegna dell’edificio entro il 2026 – spiega Leobruni – se fosse così, rischiamo di perdere un progetto fiore all’occhiello del territorio».