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Gli atleti di tutto il mondo si sono riuniti a Roma per la celebre Maratona di Roma, ma prima della gara, si sono riuniti in un luogo sacro per una Messa speciale. La basilica di Santa Maria in Aracoeli è stata il palcoscenico per la Messa del Maratoneta, un evento organizzato da Athletica Vaticana che ha attirato oltre 600 fedeli e atleti desiderosi di trovare ispirazione e conforto prima della competizione.
La Messa è stata officiata da monsignor Carlo Maria Polvani, segretario del dicastero per la Cultura e l’Educazione, che ha condiviso un pensiero commovente sullo sport come metafora della vita. Ha sottolineato che nello sport, come nella vita, ci sono momenti di vittoria, ma anche di sconfitta e sofferenza, che plasmano il carattere di ciascun individuo.
Durante la celebrazione, è emersa un’iniziativa toccante chiamata “Il mio cuore corre per…”, che ha visto migliaia di corridori scrivere messaggi anonimi dedicati a persone speciali. Questi messaggi sono stati raccolti in una scatola che è stata portata all’offertorio insieme alla “Coppa degli Ultimi”, un premio che è stato poi consegnato a un ospite d’onore: lo scrittore e giornalista algerino Khaled Boudaoui. La storia di Boudaoui, che ha affrontato e sconfitto un tumore al pancreas per poi diventare un maratoneta, ha ispirato e commosso tutti i presenti.
Giampaolo Mattei, presidente di Athletica Vaticana, ha sottolineato l’importanza di queste iniziative emozionanti, che dimostrano quanto gli atleti siano disposti a correre per chi soffre. Ha citato il grande numero di messaggi dedicati a Papa Francesco e alle persone malate come esempio della solidarietà e dell’empatia che animano la comunità sportiva.
La Messa è stata arricchita dalle parole di monsignor Polvani, che ha invitato gli atleti a riflettere sulle sfide della gara e della vita. Ha paragonato lo sforzo dei maratoneti all’impegno quotidiano di un cristiano, sottolineando l’importanza di non arrendersi di fronte alle difficoltà e di vivere con la fede fino al traguardo.
Oltre agli atleti di Athletica Vaticana, erano presenti diversi team militari e sportivi, tutti uniti dalla passione per la corsa e dal desiderio di superare i propri limiti. La partecipazione era variegata, con squadre provenienti da tutta Italia e oltre, dimostrando la portata internazionale e inclusiva dell’evento.
Un momento toccante è stato dedicato alla guarigione di Papa Francesco, con un gesto simbolico che ha coinvolto tutti i partecipanti della maratona. Prima della partenza, è stato osservato un momento di silenzio e preghiera di 42 secondi, uno per ogni chilometro della gara, in cui i presenti hanno dedicato i loro pensieri al pontefice. Questo gesto di solidarietà e sostegno ha reso tangibile il senso di comunità e fratellanza che pervadeva l’evento.
In un momento in cui il mondo è diviso da differenze e divisioni, la Maratona di Roma ha offerto un’opportunità unica per atleti e spettatori di unirsi in un gesto di solidarietà e speranza. L’evento non è stato solo una competizione sportiva, ma anche un’occasione per celebrare i valori di amicizia, impegno e compassione che uniscono le persone di tutto il mondo.
Buona gara agli atleti, monsignor Polvani ha sottolineato che la corsa è una metafora della vita, con momenti di forza, stanchezza e sprint finale. Ha invitato i presenti a perseverare nelle sfide e a vivere con fede fino al traguardo, dove l’euforia della vittoria li attende.