La crisi climatica è già un’emergenza umanitaria che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Secondo il rapporto Idos 2024, circa tre miliardi e mezzo di persone vivono in condizioni di estrema vulnerabilità agli shock climatici, e si prevede che tra 250 milioni e 1 miliardo di persone saranno costrette a spostarsi a causa dei cambiamenti climatici. Tuttavia, il dossier evidenzia che le migrazioni climatiche non vengono prese in considerazione nella valutazione delle domande di asilo in Italia.
Il presidente del Centro studi e ricerche Idos, Luca Di Sciullo, ha sottolineato che c’è sempre meno investimento nell’integrazione e sempre più politiche repressive nei confronti dei migranti. Questo è particolarmente preoccupante considerando che il numero di migranti nel mondo è in costante aumento, con 300 milioni di persone che si trovano lontano dal proprio Paese di origine.
Il rapporto mette in luce anche l’importanza di considerare i fattori climatici nelle valutazioni delle richieste di asilo. Maria Marano, ricercatrice di A Sud, ha sottolineato che i migranti climatici aumenteranno sempre di più e che è fondamentale valutare adeguatamente l’impatto ambientale e climatico sulle persone in fuga. Tuttavia, con l’adozione di nuove normative che definiscono alcuni Paesi come “sicuri”, molti richiedenti asilo potrebbero essere esclusi senza una valutazione accurata delle loro ragioni per chiedere protezione.
Il dossier fa riferimento al caso del Bangladesh, uno dei Paesi colpiti da eventi climatici estremi che hanno costretto milioni di persone a migrare internamente. Non considerare i fattori climatici significa ignorare i diritti fondamentali delle persone di avere accesso a risorse come acqua, cibo e terra, oltre a una vita dignitosa e sicura.
Inoltre, il rapporto evidenzia che i conflitti armati e i disastri naturali sono strettamente collegati, con milioni di persone costrette a spostarsi ogni anno a causa di eventi catastrofici. È importante considerare questo legame nella gestione delle politiche migratorie, anziché adottare approcci sempre più restrittivi che non risolvono il problema alla radice.
Infine, la moderatrice della Tavola valdese, Alessandra Trotta, ha criticato le politiche che cercano di ostacolare l’accoglienza e la cittadinanza ai migranti, sottolineando che tali approcci non solo sono disumani, ma anche inefficaci e costosi. In un momento in cui l’Italia e l’Europa affrontano sfide demografiche e sociali, è fondamentale adottare politiche inclusive che rispettino i diritti fondamentali di tutte le persone, indipendentemente dalla loro provenienza.