La Pigna dei Musei Vaticani a Roma: Storia e Significato
È La Corte della Pigna il cortile del Vaticano dove si trova la scultura della Pigna, la più grande statua al mondo raffigurante una pigna. La “Pina di San Pietro” è la Pigna di bronzo alta quasi quattro metri, situata nel cortile dei Musei Vaticani; l’antica scultura chiamata il Pignone, venne ritrovata nel II sec. dopo Cristo, nei pressi delle terme di Agrippa e venne probabilmente realizzata da Publio Cincio Savio. Questo monumento ha una storia ricca di significato e mistero che si intreccia con la leggenda e la cultura romana.
La Leggenda della Pigna
La leggenda narra che la Pigna nacque da “tappo” dell’oculus del Pantheon, e quando il tempio pagano fu trasformato in chiesa, i demoni al suo interno volarono via trascinando con loro la Pigna lasciando il celebre foro nella cupola. Questo racconto mitico aggiunge un fascino mistico alla storia dell’opera, trasportando i visitatori in un viaggio attraverso il tempo e la spiritualità dell’antica Roma.
La Pigna nella Storia della Chiesa
Dal 1608, quasi 2000 anni, che la Pigna ha accompagnato la storia della Chiesa, rimanendo intatta, bisognosa soltanto di qualche piccolo restauro. Questa presenza continua nel panorama vaticano conferisce alla scultura una profondità simbolica e spirituale, rappresentando la continuità della fede attraverso i secoli. La Pigna è divenuta un simbolo di stabilità e resistenza, incastonata nel cuore dei Musei Vaticani come una testimonianza tangibile della storia cristiana.
La Pigna nell’Arte e nella Letteratura
Il celebre monumento venne persino citato nell’Inferno di Dante, dove lo stesso paragonò la Pigna alla grandezza del volto del gigante Nembrot, personaggio biblico, condannato da Dio ad una totale confusione di lingue per aver desiderato di ergersi fino a Lui con la costruzione della Torre di Babele. Questa menzione nella Divina Commedia di Dante testimonia l’importanza culturale e simbolica della Pigna nell’immaginario collettivo, conferendole un ruolo di rilievo anche nella letteratura italiana.
Ipotesi su Dante e la Pigna
Dalla definizione di alcune altezze, gli studiosi hanno cercato di calcolare l’altezza complessiva del gigante. Non ne siamo certi, ma probabilmente Dante vide la Pigna durante un ipotetico pellegrinaggio per il Giubileo del 1300. “La faccia su mi parea lunga e grossa come la pina di San Pietro a Roma, e a sua proporzione eran l’altre ossa”, scrisse Dante Alighieri. Questa suggestiva associazione tra la grandezza della Pigna e la figura gigantesca di Nembrot apre spazi di riflessione sulla visione artistica e culturale dell’autore della Commedia, fornendo nuovi spunti di analisi sulla sua opera.
Conclusione
In conclusione, La Pigna dei Musei Vaticani a Roma rappresenta non solo un’opera d’arte straordinaria, ma anche un simbolo di continuità e spiritualità nella storia della Chiesa e della cultura italiana. Attraverso la sua presenza imponente e la sua storia ricca di mistero e leggenda, la Pigna invita i visitatori a riflettere sulla potenza simbolica dell’arte e sulla sua capacità di trasmettere valori universali attraverso i secoli. Visitare La Corte della Pigna e ammirare questa straordinaria scultura è un’esperienza che arricchisce l’animo e il cuore, offrendo un viaggio nel tempo e nello spirito della Roma antica e cristiana.