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Testimoni rivelano tentato omicidio a cinghiate: il caso di Giuliano Castellino

È una calda notte d’estate del 21 agosto 2021, quando in piazza del Fico, a due passi da piazza Navona, si verifica un violento attacco. Sei individui vengono brutalmente picchiati senza motivo da un gruppo di coetanei. Alla guida di questa gang, un nome che da tempo fa parlare di sé: Fabio Corradetti. Questa questione, che ancora oggi viene discussa in tribunale a distanza di oltre due anni, mette in luce un caso di violenza inaudita. Corradetti, già noto alle forze dell’ordine per essere stato condannato a 6 anni per l’assalto alla Cgil nell’ottobre 2021, è il figlio della compagna di Giuliano Castellino, ex leader di Forza Nuova.

Il 22enne, insieme ad altri due membri della banda, è attualmente sotto processo per i gravissimi reati di tentato omicidio, lesioni e rissa. Uno dei ragazzi aggrediti durante l’attacco ha rischiato seriamente la vita ed è stato ricoverato in ospedale per lungo tempo. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, Corradetti è stato affiancato da Lorenzo Bernabei, già affiliato all’ultradestra, e Federico Arciulo.

L’aggressione, come descritto dai testimoni in aula, è avvenuta senza alcun motivo apparente. Verso le due e mezza di notte, dopo una serata trascorsa nei locali del centro storico, si è udito un urlo seguito dal lancio di bottiglie. Il volto di una delle vittime è stato coperto dal sangue, trasformandosi in una maschera di terrore. “Erano bestie, volevano ucciderci”, ricorda uno dei presenti che ha assistito alla scena.

Ciò che è emerso è uno degli atti più violenti perpetrati dall’estrema destra: la cinghiamattanza. “Mentre cercavamo di scappare, abbiamo perso di vista uno dei nostri amici. Lo abbiamo trovato a terra, mentre veniva preso a cintate. Gli hanno colpito ripetutamente lo stomaco. È stato un miracolo che sia sopravvissuto”. In caso contrario, Corradetti e gli altri membri del gruppo avrebbero dovuto rispondere dell’accusa di omicidio.

Il contesto legale e le testimonianze

Il processo che vede imputati Corradetti, Bernabei e Arciulo è in corso, con le testimonianze delle vittime e dei presenti che hanno assistito all’aggressione. Le prove raccolte sul luogo del crimine e le testimonianze oculari sono cruciali per far luce su quanto accaduto quella notte fatale. I legali delle vittime si stanno adoperando per ottenere giustizia e far sì che i responsabili paghino per i loro atti di violenza gratuita.

Le conseguenze dell’attacco e le riflessioni sulla violenza giovanile

L’aggressione a cinghiate subita dalle vittime ha lasciato segni profondi, sia fisici che psicologici. Oltre alle ferite riportate, l’episodio ha scosso la comunità locale e sollevato interrogativi sulla violenza giovanile e sull’estremismo politico. È fondamentale riflettere su come educare le nuove generazioni al rispetto e alla tolleranza, per evitare che episodi simili possano ripetersi in futuro.

La lotta contro l’estremismo e la promozione della pace

In un momento in cui il clima politico è teso e le divisioni sembrano sempre più marcate, è fondamentale combattere l’estremismo e promuovere valori di pace e convivenza pacifica. Gli attacchi come quello subito dalle vittime in piazza del Fico devono essere condannati senza mezzi termini, e coloro che li commettono devono essere chiamati a rispondere delle proprie azioni davanti alla legge.

In conclusione, il caso di Giuliano Castellino e dell’aggressione a cinghiate subita dalle vittime ci ricorda l’importanza di vigilare sulla diffusione dell’odio e della violenza, e di lavorare insieme per costruire una società più inclusiva e rispettosa dei diritti di tutti. Soltanto attraverso la consapevolezza e l’azione congiunta possiamo sperare di prevenire futuri episodi di violenza e intolleranza.