Il legame tra Giulio Andreotti e il generale Dalla Chiesa: Le rivelazioni del figlio su Il Tempo
Durante la trasmissione Rai Tango, l’onorevole Rita Dalla Chiesa ha riportato alla luce il caso dell’omicidio del generale Carlo Alberto, sostenendo che suo padre fu assassinato per compiacere un politico. Pur evitando di menzionare direttamente Giulio Andreotti, per rispetto verso la sua famiglia, ha in qualche modo avallato le affermazioni della conduttrice che ha sollevato il nome di suo padre. Insieme a sua sorella Serena, da anni cercano di far conoscere la vera figura di Giulio Andreotti attraverso le loro testimonianze e la diffusione degli atti e documenti conservati presso l’Istituto Luigi Sturzo, aperti al pubblico per volontà del padre. L’obiettivo è quello di ristabilire la verità storica, soffocata da una narrazione di parte che ha distorto la storia d’Italia dagli anni novanta.
Il legame tra il generale Dalla Chiesa e Giulio Andreotti è stato sempre caratterizzato da stima e rispetto reciproci. Andreotti ha supportato e incoraggiato il generale nelle sue straordinarie capacità dimostrate nella lotta al terrorismo, dove il generale è stato un protagonista assoluto. Un episodio significativo è avvenuto nell’agosto del 1979, quando Andreotti, prima di lasciare Palazzo Chigi, ha raccomandato a Cossiga di non smantellare il nucleo guidato dal Generale, nonostante le sue aspirazioni a un diverso incarico. Questo gesto testimonia la fiducia e la stima reciproca tra i due uomini, come dimostrato anche dalla corrispondenza tra Andreotti e il generale, in cui quest’ultimo esprimeva il suo apprezzamento nei confronti del politico.
La tragedia dell’uccisione del generale Dalla Chiesa e di sua moglie Emanuela Setti Carraro ha profondamente colpito Giulio Andreotti, che inviò un sentito telegramma di condoglianze alla famiglia. Non potendo partecipare al funerale per motivi di impedimento e per non ricoprire cariche ufficiali in quel periodo, Andreotti ha mostrato il suo cordoglio in diversi modi. I rapporti tra Andreotti e il generale sono documentati da numerose testimonianze, come un articolo scritto su Il Tempo nel 1984 e pagine del diario che narrano di incontri formali con il giudice Falcone nel 1986.
Durante gli anni dei processi, Andreotti ha affrontato tredici anni di accuse e processi, spesso basati su testimonianze di pentiti che coinvolgevano anche l’omicidio del generale. Tuttavia, le sentenze emesse non hanno mai evidenziato responsabilità di Andreotti nell’omicidio del generale. Nonostante le accuse e le critiche ricevute, Andreotti ha sempre mantenuto la sua innocenza, come testimoniato dal giuramento lasciato ai suoi figli in una delle sue lettere postume. Il suo impegno contro la mafia e la sua determinazione nel combatterla con mezzi legali sono stati costanti nel corso della sua carriera politica.
In conclusione, le rivelazioni del figlio del generale Dalla Chiesa su Il Tempo hanno riportato alla luce un capitolo controverso della storia italiana. È importante continuare a indagare e a esaminare attentamente le prove disponibili per giungere a una comprensione più approfondita degli eventi che hanno segnato il passato del nostro Paese. La verità storica merita di essere ricostruita in modo obiettivo e accurato, al di là delle interpretazioni di parte che spesso hanno offuscato la realtà dei fatti. Il ricordo del generale Dalla Chiesa e il ruolo di figure come Giulio Andreotti nella storia d’Italia devono essere valutati con rigore e rispetto, per onorare la memoria di coloro che hanno dedicato la loro vita al servizio della Repubblica.