Il suo partito con l’acqua alla gola: Gruber punge Calenda. Gelo totale
Mara Carfagna aveva aderito ad Azione di Carlo Calenda nel novembre di due anni fa, diventandone Presidente. Ha formalizzato le sue dimissioni, su cui si era vociferato a lungo. Adesso l’addio al partito insieme a Mariastella Gelmini e Giusy Versace, dopo quello di Enrico Costa. Una serie di abbandoni che mettono in luce una profonda frattura all’interno del partito, derivante dalla scelta di Calenda di sostenere il candidato di centrosinistra anche per la successione di Giovanni Toti in Liguria, dopo l’Emilia-Romagna e l’Umbria. Calenda ha cercato di mantenere un tono diplomatico augurando loro «buona strada», ma ha anche espresso il suo disappunto accusandoli di aver “perso l’onore” nel passare dalla opposizione alla maggioranza a metà legislatura.
La decisione di lasciare Azione è maturata dopo la delusione per le Europee? E’ davvero finita una fase? Mara Carfagna riflette su questa svolta e sottolinea che le Europee rappresentavano una sfida apparentemente più semplice per un’area moderata indipendente, senza pressioni sul voto utile grazie al sistema proporzionale. Tuttavia, i risultati negativi hanno costretto tutti coloro che avevano creduto nel progetto di Azione a interrogarsi sul futuro del movimento moderato in Italia.
Le risposte a questa domanda sono state variegate, con il partito che ha optato per un dialogo esclusivo con il campo largo per le prossime elezioni regionali, segnando il preludio a un confronto più ampio a livello nazionale. Tuttavia, per alcuni come Mara Carfagna e molti altri, questa direzione non era compatibile con le proprie storie e convinzioni politiche, portando alla decisione di abbandonare il partito.
Il mea culpa di Calenda e la fuga da Azione: “Perché vanno via” è il titolo che sintetizza la situazione attuale. La coalizione del centrodestra potrebbe diventare la casa dei centristi e dei moderati? Carfagna esprime una visione positiva riguardo all’ascolto crescente delle voci moderate e al dialogo con il mondo centrista, notando un cambiamento significativo nel rapporto con l’Europa e nelle analisi del premier Mario Draghi sul futuro europeo. Inoltre, si apre alla possibilità che il movimento Noi Moderati possa diventare un soggetto aperto al mondo liberaldemocratico e riformista, oltre che popolare, in un contesto di stabilità e pragmatismo.
Con la prospettiva di un centro ispirato al modello europeo nel centrodestra, dove il Ppe include sensibilità diverse, Carfagna si augura un rafforzamento del centro politico in Italia. Il suo impegno futuro si concentra su incontri con colleghi parlamentari e amici che desiderano coinvolgersi nuovamente nella politica, con l’obiettivo di aprire nuove strade di partecipazione e contribuire a un cambiamento positivo nel panorama politico italiano.
In conclusione, la situazione attuale all’interno di Azione riflette una profonda crisi e divisione, con diversi esponenti di spicco che hanno deciso di abbandonare il partito per divergenze politiche e strategiche. Il futuro dei moderati italiani sembra essere in fase di ridefinizione, con la possibilità di un riavvicinamento al centrodestra e un maggiore dialogo con le forze politiche europee. Mara Carfagna si pone come una figura chiave in questo scenario di cambiamento e rinnovamento, con l’obiettivo di contribuire alla costruzione di un’alternativa politica stabile e progressista per il Paese.