Bambini sfollati nella RDC: Oltre 280mila in fuga
La denuncia dell’Unicef: «La situazione a Goma è estremamente grave e complica ulteriormente una situazione umanitaria che era già oltre il limite. Porre fine all’escalation militare»
Il rapido deterioramento della situazione umanitaria nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo ha destato seria preoccupazione nell’Unicef, che ha diffuso una nota oggi, 30 gennaio. La recente intensificazione del conflitto e l’aumento del numero di sfollati hanno portato a un’escalation senza precedenti. Negli ultimi tre mesi, nelle province del Nord Kivu e del Sud Kivu, oltre 658mila persone sono state costrette a lasciare le proprie case, di cui almeno 282mila sono bambini.
Jean Francois Basse, rappresentante ad interim dell’Unicef nel Paese, ha evidenziato che la situazione a Goma, il capoluogo della provincia del Nord Kivu, è particolarmente critica. Le famiglie, esposte a eventi traumatici, fame, sete ed esaustione, hanno dovuto abbandonare i campi di sfollamento per cercare rifugio altrove. Alcune di loro si sono spostate multiple volte nelle ultime settimane, cercando disperatamente un luogo sicuro.
Secondo l’Unicef, i bambini sono tra i più vulnerabili in questa crisi. I rischi principali riguardano la salute e la protezione, con la diffusione di malattie come il colera, il morbillo e il vaiolo che minaccia la popolazione. La situazione di sovraffollamento e insalubrità aumenta ulteriormente il rischio di contagio, mentre la paura di essere coinvolti nella violenza impedisce ai genitori di portare i bambini malati negli ospedali, già sottoposti a gravi carenze di posti letto.
Inoltre, l’Unicef ha segnalato un aumento del numero di bambini separati o non accompagnati dai genitori, esponendoli a rischi ancora maggiori come rapimenti, reclutamento da parte di gruppi armati e violenza sessuale. Di fronte a questa crisi umanitaria senza precedenti, l’Unicef ha lanciato un appello urgente per raccogliere 22 milioni di dollari al fine di continuare a fornire aiuti salvavita, tra cui acqua potabile, servizi igienici adeguati, farmaci, cure per i bambini malnutriti e servizi di protezione.
Jean Francois Basse ha sottolineato l’importanza che le parti coinvolte nel conflitto pongano fine all’escalation militare, che sta aggravando le sofferenze dei bambini e rendendo ancora più disperate le condizioni umanitarie. La situazione, già critica, richiede interventi immediati e coordinati per evitare una tragedia ancora più grande.
In conclusione, la situazione nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo richiede una risposta urgente e decisa da parte della comunità internazionale. Il tempo stringe, e ogni giorno perso potrebbe significare la vita di centinaia di bambini in pericolo. Sono necessari sforzi congiunti per garantire che queste famiglie sfollate ricevano l’aiuto di cui hanno disperatamente bisogno.