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Il numero dei suicidi nelle carceri italiane è in costante aumento, con 72 detenuti che hanno perso la vita nel corso del 2024. L’ultimo caso riguarda un uomo italiano di 50 anni, arrestato meno di un mese fa per maltrattamenti in famiglia. Questo è il secondo suicidio avvenuto in carcere nell’arco di sole 12 ore, sottolineando una situazione critica all’interno del sistema penitenziario.

La triste notizia è arrivata dalla Regina Coeli di Roma, dove il detenuto è stato trovato impiccato nella sua cella intorno alle 6.45 del mattino. Nonostante i tentativi di soccorso, non c’è stato nulla da fare per salvargli la vita. Questo tragico evento si aggiunge alla lunga lista di suicidi avvenuti nelle carceri italiane nel corso dell’anno, portando il totale a 72. Inoltre, bisogna considerare anche i 7 suicidi tra i membri della Polizia penitenziaria nel 2024, evidenziando una situazione di emergenza senza precedenti.

Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria, ha sollevato diverse questioni riguardo alla crisi del sistema carcerario italiano. Con 1.168 detenuti in un carcere progettato per ospitarne solo 626, Regina Coeli è uno dei penitenziari più sovraffollati del Paese. Questa sovraffollamento è aggravato dalla carenza di personale nella Polizia penitenziaria, con soli 350 agenti assegnati quando ne servirebbero almeno 709. Questa situazione si replica a livello nazionale, con migliaia di detenuti oltre la capienza massima e un grave deficit di personale penitenziario.

Le condizioni all’interno delle carceri italiane sono disastrose, con strutture fatiscenti, mancanza di risorse adeguate, carenze nell’assistenza sanitaria e psichiatrica, e disorganizzazione generale. Questo si traduce in un ambiente ostile per detenuti e operatori, con frequenti episodi di violenza tra detenuti e un alto rischio di aggressioni nei confronti del personale penitenziario. Inoltre, gli operatori sono costretti a turni massacranti e spesso si trovano a dover affrontare situazioni di emergenza senza il supporto necessario.

De Fazio ha sollevato anche il problema della mancanza di interventi da parte delle autorità competenti, come il ministro della Giustizia e la presidente del Consiglio. Il silenzio su questa crisi sempre più grave è stato definito irresponsabile, con la necessità di interventi immediati e concreti per affrontare la densità detentiva, potenziare il personale penitenziario e garantire un’adeguata assistenza sanitaria e psichiatrica. È urgente avviare riforme strutturali per migliorare le condizioni all’interno delle carceri e riorganizzare il sistema penitenziario nel suo complesso.

La situazione attuale è descritta come un “baratro” imminente, con la necessità di agire rapidamente per evitare conseguenze ancora più gravi. La crisi nelle carceri italiane è un problema che non può essere ignorato, e richiede un impegno serio da parte delle autorità competenti per garantire il rispetto dei diritti umani e la sicurezza di detenuti e operatori.