La Corte dei Conti ha chiesto a Irene Pivetti di restituire 15 milioni di euro per una maxi frode legata alla vendita di mascherine Covid al governo. L’ex deputata leghista ed ex presidente della Camera è stata coinvolta in un’affare che ha visto la vendita di mascherine difettose, con falsi marchi CE e molte delle quali non sono mai arrivate a destinazione.
Subheading 1: L’affare delle mascherine difettose
Le mascherine vendute da Irene Pivetti al governo erano difettose, non rispettavano gli standard di qualità richiesti e non garantivano la protezione necessaria contro il Covid-19. Questo ha messo a rischio la salute di molte persone che avrebbero dovuto utilizzarle, creando un grave problema di sicurezza pubblica.
Subheading 2: Falsi marchi CE e mancata consegna
Oltre alle mascherine difettose, molte delle forniture vendute da Irene Pivetti presentavano falsi marchi CE, che indicano la conformità alle normative europee di sicurezza. Questo ha indotto il governo a credere che le mascherine fossero sicure ed efficaci, quando in realtà non lo erano. Inoltre, molte delle mascherine non sono mai arrivate a destinazione, creando ulteriori problemi di approvvigionamento e compromettendo la lotta contro il Covid-19.
Subheading 3: La richiesta di restituzione da parte della Corte dei Conti
La Corte dei Conti ha preso seri provvedimenti riguardo a questo scandalo delle mascherine Covid, chiedendo a Irene Pivetti di restituire i 15 milioni di euro guadagnati dalla vendita delle mascherine difettose. Questa decisione è stata presa per garantire che ci sia un risarcimento per i danni causati alla salute pubblica e per punire chi ha tratto profitto da un affare così disonesto e dannoso per la società.
In conclusione, l’affare delle mascherine Covid vendute da Irene Pivetti al governo è stato un grave scandalo che ha messo a rischio la salute pubblica, con mascherine difettose, falsi marchi CE e mancate consegne. La richiesta di restituzione da parte della Corte dei Conti è un passo importante per garantire giustizia e riparazione per i danni causati da questa frode.