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Nel corso dell’anno scorso, un’enorme frana ha generato un gigantesco tsunami alto 200 metri in un fiordo della Groenlandia, ma l’evento è passato quasi inosservato. Fortunatamente, non ci sono state vittime, ma l’onda, che era il doppio dell’Altezza della Statua della Libertà, ha attirato l’attenzione dei sismologi di tutto il mondo a causa dei segnali sismici insoliti e mai osservati prima. Un’onda stazionaria generata dalla frana ha fatto vibrare l’intero pianeta per nove giorni.

La frana è avvenuta in un fiordo remoto e disabitato chiamato Dickson Fjord, e una stazione di ricerca situata vicino alla foce ha raccolto dati cruciali grazie ai dispositivi di registrazione automatica. Questi dati hanno mostrato che le onde hanno continuato a rimbalzare avanti e indietro all’interno del fiordo per una settimana, generando onde perpendicolari alla direzione originale del tsunami.

Nonostante l’onda stazionaria fosse confinata al fiordo, l’energia sprigionata dall’evento è stata così intensa da far tremare la crosta terrestre, con i segnali rilevati dai sismometri in tutto il mondo. Il Dr. Kristian Svennevig, del Geological Survey of Denmark and Greenland, ha dichiarato che la causa dell’insolito segnale sismico era un vero mistero inizialmente, ma la frana e l’onda risultante sono state confermate come origine grazie a uno sforzo interdisciplinare e internazionale.

Secondo i ricercatori, tra cui Svennevig e i suoi colleghi, la frana è connessa al cambiamento climatico. Le estreme variazioni di temperatura tra estate e inverno in Groenlandia causano frequentemente valanghe in primavera, ma il riscaldamento globale sta aggravando la situazione. La frana ha comportato il crollo di circa 25 milioni di metri cubi di roccia e ghiaccio lungo un pendio di 600-900 metri con un’inclinazione di 45 gradi, causando un potente tsunami.

Le immagini satellitari hanno rivelato che l’area aveva già subito altre frane in passato, e il riscaldamento delle temperature sembra avere un’influenza crescente su questo tipo di eventi.

Il team di ricerca internazionale, composto da oltre 60 coautori provenienti da 15 paesi, ha modellato lo tsunami e il comportamento dell’onda stazionaria all’interno del fiordo. La base di ricerca sull’isola di Ella, situata alla foce del fiordo, è stata gravemente danneggiata, con un costo stimato di 200.000 dollari, e si sospetta che anche alcuni siti archeologici siano stati distrutti dall’onda.

Fortunatamente, l’evento non ha provocato vittime, ma gli scienziati avvertono che in futuro potrebbe accadere di peggio. Le navi da crociera, che spesso navigano alla foce del fiordo, potrebbero essere messe in grave pericolo da uno tsunami simile. Un’onda che si propagasse fuori dal fiordo al momento sbagliato, anche se ridotta di dimensioni, potrebbe costituire una minaccia significativa, paragonabile agli iceberg che affondarono il Titanic.

Lo studio, pubblicato su Science, ha rivelato quanto gli effetti del cambiamento climatico stiano già influenzando eventi naturali estremi in aree remote come la Groenlandia e come tali eventi possano avere ripercussioni globali. La ricerca sull’isola di Ella, situata alla foce del fiordo, potrebbe portare a una maggiore comprensione di come i cambiamenti climatici stiano influenzando la regione artica e quali misure preventive possano essere adottate per ridurre i rischi futuri legati a eventi simili.