Matteo Messina Denaro è un nome che porta con sé una lunga storia di violenza e soprusi. Quando è stato annunciato che il quinto film italiano in concorso a Venezia 81 era “Iddu: L’ultimo padrino”, molti presenti si sono sentiti perplessi. Tuttavia, con il passare del tempo, è diventato chiaro che il film offriva una prospettiva unica su questo personaggio controverso.
Il film segue la storia di Catello, un ex preside di scuola coinvolto in politica, che viene arrestato per collusione con la malavita. Dopo essere uscito di prigione, viene contattato dai Servizi segreti per collaborare e incastrare Messina Denaro, un superlatitante noto per essere sfuggito alla giustizia per anni. Catello si trova quindi di fronte a una scelta difficile che mette in pericolo la sua vita e quella della sua famiglia.
I registi Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, noti per i loro film precedenti come “Salvo” e “Sicilian Ghost Story”, affrontano con abilità il tema complesso della mafia siciliana. Il film esplora il confine sottile tra realtà e finzione, con Toni Servillo che offre una performance straordinaria nel ruolo di Catello, il perdente alle prese con le conseguenze delle sue azioni.
Secondo i registi, l’idea per il film è nata dalla lettura dei pizzini trovati durante la latitanza di Messina Denaro, che ha ispirato il carteggio tra il boss e Catello. Questo confronto porta lo spettatore dentro il vuoto amorale in cui la mafia siciliana prospera, offrendo una visione cruda e spietata dei perdenti di questa realtà oscura.
“Iddu: L’ultimo padrino” è un film che sfida lo spettatore a riflettere su temi complessi come il potere, la corruzione e il riscatto impossibile. Con una trama avvincente e una fotografia suggestiva, il film cattura l’essenza di una Sicilia segnata dalla presenza onnipresente della mafia e delle sue conseguenze devastanti.
Conclusivamente, “Iddu: L’ultimo padrino” è molto più di un semplice film sulla mafia. È un’analisi approfondita di un mondo amorale in cui la linea tra giusto e sbagliato è spesso sfumata. Con una recitazione eccezionale e una regia coinvolgente, questo film lascia il pubblico con molte domande e poche risposte, riflettendo la complessità e la brutalità del mondo in cui viviamo.