Quasi uno su cinque dei bambini nel 2023 viveva in una zona di guerra, e il numero di gravi violazioni commesse contro di loro è aumentato del 15% rispetto all’anno precedente. Questi sono i dati preoccupanti emersi dal nuovo rapporto di Save the Children Stop the War on Children: Pathways to Peace, diffuso oggi, 31 ottobre.
Il rapporto ha rivelato che nel 2023 sono stati documentati 31.721 casi di gravi violazioni contro i bambini in contesti di guerra, con una media di 86 crimini al giorno. Questo rappresenta un aumento rispetto all’anno precedente, che già aveva registrato cifre senza precedenti.
Le violazioni includono uccisioni, mutilazioni, rapimenti, violenza sessuale, reclutamento in forze armate, attacchi a scuole e ospedali e negazione dell’accesso umanitario ai bambini. I Territori palestinesi occupati hanno registrato il maggior numero di gravi violazioni, seguiti dalla Repubblica democratica del Congo e dalla Somalia.
Il rapporto ha anche evidenziato un aumento vertiginoso del numero di bambini che vivono in zone di conflitto, che nel 2023 ammontava a 473 milioni, ovvero il 19% della popolazione infantile mondiale. Questo rappresenta un quasi raddoppio rispetto alla percentuale degli anni Novanta.
Inoltre, la spesa militare globale nel 2023 ha raggiunto 2,4 miliardi di dollari, superando l’intero PIL italiano. Questo mentre gli investimenti per la pace e la prevenzione dei conflitti sono in diminuzione. L’impatto economico della violenza, compresi i costi della prevenzione e della gestione delle conseguenze, è aumentato costantemente, raggiungendo i 19.100 miliardi di dollari nel 2023.
Secondo Inger Ashing, Ceo di Save the Children International, il mondo sta diventando sempre più pericoloso per i bambini, soprattutto in Paesi in guerra. La spesa militare globale è in aumento, mentre gli investimenti nella prevenzione dei conflitti sono in calo. Questo evidenzia la necessità di un cambiamento di approccio e di un impegno reale per la pace.
Il rapporto sottolinea l’urgenza di proteggere i milioni di minori che vivono in aree di conflitto e la necessità di un’azione globale per combattere la violenza contro i bambini. Nonostante le sfide, ci sono ragioni per essere ottimisti, come i progressi nella responsabilità e la crescente mobilitazione per la pace e la sicurezza dei bambini.
La situazione evidenziata dal rapporto di Save the Children richiede un intervento immediato e tempestivo da parte degli Stati e della comunità internazionale per garantire un futuro più sicuro per i bambini che vivono in zone di conflitto.