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La sanità nel Lazio si trova ad affrontare una grave crisi a causa della scarsità di personale. Mentre a livello nazionale si discute sui fondi insufficienti destinati alla sanità nella manovra di bilancio, nella regione si calcola una mancanza di almeno 10.000 medici e infermieri, mettendo in difficoltà ospedali e Asl locali. La situazione è il risultato di anni di blocco del turn-over a causa del piano di rientro dal debito accumulato. Nonostante gli investimenti previsti per migliorare il sistema, la carenza di personale sanitario, unita al calo delle iscrizioni ai corsi di laurea in infermieristica, rende il futuro incerto.

Secondo l’Ordine dei Medici e Chirurghi del Lazio, la situazione è critica con una mancanza stimata di circa 6.000 medici. Nelle strutture pubbliche del Lazio, ci sono attualmente circa 8.000 medici e 2.000 specialisti, ma non sono sufficienti a coprire le necessità del sistema. L’età media dei medici supera i 60 anni e molti si avviano verso la pensione, il che aggraverà ulteriormente la situazione, creando un vuoto di circa 2.500-3.000 medici di base entro la fine del 2024. La carenza è particolarmente acuta nelle aree periferiche e rurali, dove i quartieri e i paesi risultano spesso sguarniti.

Il comparto della sanità laziale non soffre solo della carenza di medici: anche il settore infermieristico è in grande difficoltà. Secondo la Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (Fnopi), il Lazio ha bisogno di almeno 5.000-7.000 infermieri per rispondere alle esigenze sanitarie della regione. Questa situazione potrebbe peggiorare nei prossimi anni, a causa di un costante calo delle iscrizioni ai corsi di laurea in infermieristica, che quest’anno hanno visto una diminuzione del 20%. La Regione dovrà intervenire con incentivi per rendere la professione più attrattiva e cercare soluzioni per bilanciare la domanda e l’offerta.

La Regione Lazio è consapevole delle difficoltà e ha iniziato a prendere provvedimenti per migliorare la situazione. Tra i principali interventi, vi è lo stanziamento di 661,5 milioni di euro per assumere oltre 14.000 nuovi operatori sanitari, tra cui 4.000 medici e 3.700 infermieri, in vista del Giubileo. Tuttavia, il problema non è solo la mancanza di personale: molti professionisti scelgono di lavorare nel settore privato o di andare all’estero, aggravando ulteriormente il deficit di personale nel sistema pubblico.

Tra le proposte avanzate per migliorare il sistema, Antonio Magi, presidente della Fnomceo, suggerisce di eliminare l’incompatibilità tra il settore pubblico e quello privato per i medici, consentendo loro di lavorare in entrambi. Questa misura potrebbe incentivare i medici a rimanere nel settore pubblico, senza rinunciare alle opportunità offerte dal privato. Allo stesso modo, depenalizzare alcune responsabilità legate alla professione potrebbe rendere più appetibile il lavoro nel servizio sanitario nazionale.

Per affrontare la crisi nel settore sanitario, è necessario un impegno da parte di tutte le parti coinvolte: istituzioni, professionisti e studenti. Solo attraverso un lavoro di squadra e un piano strategico a lungo termine sarà possibile superare le sfide attuali e garantire un sistema sanitario efficiente e di qualità per tutti i cittadini del Lazio.