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Le donne del clan Pupillo hanno dimostrato la loro autorità nel quartiere di San Basilio, minacciando di cacciare cinque famiglie dagli alloggi popolari. Questa storia mette in luce la complessa situazione legata allo spaccio e alle occupazioni abusive che dominano alcune aree della città.

La minaccia delle donne del clan Pupillo è stata chiara e spietata: “Voi qui non entrate. Questa è casa nostra.” Questa frase ha mandato un chiaro messaggio alle famiglie che avevano diritto agli alloggi popolari ma che si sono trovate costrette a chiedere di essere ricollocate altrove.

Una di queste famiglie è stata recentemente accompagnata in una nuova casa popolare, ma il loro arrivo non è stato accolto con favore. Una donna dei Pupillo, insieme ad altre persone, si è presentata sul posto per mettere in guardia i nuovi inquilini. La situazione è stata risolta solo grazie all’intervento della polizia di San Basilio, ma la paura e le minacce hanno spinto tutte e cinque le famiglie a ricollocarsi altrove.

L’assessore alla Casa Tobia Zevi ha commentato la situazione, promettendo una risposta ferma e determinata: “Assegneremo nuovamente gli alloggi e rimarremo vicino alle famiglie che entreranno. Se necessario, ci faremo aiutare dal mondo delle associazioni, indispensabile per combattere le organizzazioni criminali e l’emarginazione sociale.”

Nel frattempo, una delle occupazioni più longeve di Roma è finalmente terminata. La Prefettura, il Comune, la Regione, l’Ater e il secondo municipio hanno lavorato insieme per ricollocare i 41 nuclei familiari che avevano diritto a una casa popolare. L’operazione si è conclusa pacificamente, con grande soddisfazione da parte del prefetto Lamberto Giannini.

Questo successo è stato celebrato come un passo importante nella lotta all’emergenza abitativa che affligge la Capitale. Tobia Zevi ha sottolineato l’importanza di garantire un passaggio dignitoso “da casa a casa”, permettendo lo sgombero pacifico di grandi immobili occupati abusivamente.

All’esterno del palazzo, rappresentanti dei movimenti per il diritto all’abitare hanno espresso la loro felicità per il successo dell’operazione. Luca Fagiano e Margherita Grazioli hanno definito la giornata come un momento di dignità, in cui finalmente tutti hanno ottenuto una casa dopo anni di occupazione e minacce di sgombero.

Le due donne che hanno vissuto nello stabile per anni non hanno potuto trattenere le lacrime mentre salutavano il loro vecchio tetto, ora finalmente sostituito da una casa stabile e sicura.