Sgomberato palazzo via Policlinico occupato da 49 famiglie
Ci sono voluti 14 anni per sgomberare il palazzo di via del Policlinico 137 occupato nel 2009 da 49 famiglie che aspettavano da tempo l’assegnazione di un alloggio popolare dal Comune. Questo lungo processo giunge finalmente a una conclusione, con le operazioni di sgombero di questa mattina che sono state portate a termine senza alcun problema di ordine pubblico. Questa azione è stata condivisa da associazioni per il diritto alla casa, Comune e Prefettura, garantendo che nessuna famiglia rimarrà senza un tetto sopra la testa.
Una decina di nuclei familiari erano rimasti a vivere nel palazzo di tre piani di via del Policlinico e da oggi anche loro avranno una casa popolare. Le altre famiglie sono state ricollocate già nel corso degli ultimi due mesi, assicurando che nessuno sia lasciato senza una sistemazione adeguata. Le operazioni di sgombero sono state coordinate dalla prefettura e gestite dagli agenti di polizia, dagli assistenti sociali del II Municipio e anche dalle associazioni e dai movimenti per la casa che hanno preso parte alle trattative per trovare un alloggio alternativo alle 44 famiglie coinvolte. Alle tre e mezza era tutto finito, ponendo fine a una delle occupazioni più longeve della capitale.
Subheading 1: Occupazione e trasformazione del palazzo
Nel lontano 2009, un gruppo di 49 famiglie, molte delle quali straniere ma anche italiane, entrava nello stabile di via del Policlinico 137, una palazzina di tre piani originariamente adibita a uffici e di proprietà di una società immobiliare, ma abbandonata da anni. Queste famiglie erano in attesa dell’assegnazione di un alloggio popolare dal Comune e non avevano un luogo dove poter vivere. Decisero di occupare la palazzina, ristrutturandola e creando 49 piccoli appartamenti dagli uffici originari. Oltre 120 persone, tra cui almeno 25 bambini, si stabilirono al numero civico 137, con i bambini che frequentavano regolarmente la scuola e gli adulti che cercavano di sbarcare il lunario.
Tre anni dopo l’occupazione, il palazzo cambiò proprietà e venne ceduto a un imprenditore privato. Questo evento fece partire una corsa contro il tempo per evitare uno sgombero forzato, il quale avrebbe avuto gravi ripercussioni sociali, specialmente considerando la presenza di numerosi minori. Il II Municipio si attivò e completò due censimenti, l’ultimo dei quali appena un anno fa: i risultati mostrarono che nel palazzo vivevano ancora 44 famiglie di varie nazionalità, molte delle quali extracomunitarie, ma ben integrate nella comunità cittadina. Nonostante la loro integrazione, queste famiglie non avevano una casa propria. Con la nuova proprietà che rivendicava il palazzo, iniziarono le procedure urgenti per trovare una sistemazione adeguata per le 44 famiglie coinvolte.
Subheading 2: La lotta per una casa dignitosa
Durante il periodo di occupazione, le 49 famiglie hanno lottato per avere un tetto sopra la testa, trasformando un edificio abbandonato in un luogo di vita e comunità. I bambini hanno continuato ad andare a scuola, gli adulti hanno cercato lavoro e tutti insieme hanno creato un ambiente accogliente nonostante le difficoltà. Tuttavia, la costante minaccia di uno sgombero ha gettato un’ombra sulla loro stabilità e sicurezza.
Con il cambio di proprietà del palazzo e la necessità di trovare una soluzione per le famiglie coinvolte, si è aperto un nuovo capitolo nella loro lotta per una casa dignitosa. Il II Municipio e le varie associazioni hanno lavorato insieme per garantire che nessuna famiglia fosse lasciata senza una sistemazione, con la Prefettura che ha coordinato le operazioni di sgombero in modo da garantire un’esecuzione pacifica e rispettosa.
Subheading 3: Un nuovo inizio a San Basilio
Oggi, finalmente, tutte le 49 famiglie coinvolte nell’occupazione del palazzo di via del Policlinico hanno una nuova prospettiva di vita. Grazie agli sforzi congiunti del Comune, delle associazioni e delle istituzioni locali, nessuna famiglia rimarrà senza una casa. Le famiglie sono state ricollocate in varie zone della città, con la maggior parte di esse che andrà a vivere a San Basilio, in alloggi popolari appositamente assegnati per garantire loro una sistemazione stabile e dignitosa.
Questo capitolo si conclude con una nota di speranza e solidarietà, dimostrando che quando la comunità si unisce per affrontare le sfide abitative, è possibile trovare soluzioni che rispettino la dignità e i diritti di tutti i cittadini. La storia delle 49 famiglie che hanno occupato il palazzo di via del Policlinico è un esempio di resilienza e determinazione, e ora, finalmente, possono guardare al futuro con la certezza di avere un luogo che possano chiamare casa.