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A sei anni dalla sua pubblicazione, “Roma” di Nicola Manuppelli si presenta come una piacevole scoperta per chi ama il cinema e le storie ambientate nella capitale. Ambientato nel 1970, il romanzo segue le vicende di un giovane giornalista milanese che, dopo l’attentato di Piazza Fontana, si trasferisce a Roma per immergersi nel mondo cinematografico. Tra miti felliniani e quartieri storici, Manuppelli tesse una trama sospesa tra realtà e finzione, facendo del cinema il vero protagonista.

Sia l’autore – uno scrittore e traduttore della provincia di Milano, classe 1977, trapiantato nella Capitale da qualche anno – che il titolo erano a me totalmente sconosciuti fino alla fine di luglio, quando cioè un’amica mi ha regalato il libro, che conosceva grazie alla sua libraia di fiducia.

Il protagonista della storia è un giovane giornalista milanese che si trasferisce a Roma nel 1970. Un anno prima, nel 1969, Tommaso è rimasto casualmente ferito nell’attentato di piazza Fontana, ed è questo “incidente” il motivo, l’espediente narrativo, che facilita la sua partenza da Milano. Sotto il Duomo non ha più niente da fare, da apprendere, deve andare a Roma, lì dove il cinema vive veramente. E dove si vive e si muore – e si scrive – per il cinema.

Ma il riferimento a piazza Fontana, ovvero la prima strage – fascista – della cosiddetta strategia della tensione e di un’epoca drammatica per l’Italia è forse l’unico elemento politico dell’intero romanzo. Che per il resto potrebbe tranquillamente essere ambientato negli anni Sessanta, prima della “contestazione”, più che nei caldi Settanta, proprio per l’assenza completa nelle pagine del libro di quella dimensione.

Manuppelli racconta di Cinecittà, del sottobosco professionale e umano che gira intorno all’industria cinematografica e alla stampa scandalistica, tratteggiando spesso nella sua narrazione anche alcuni quartieri della Capitale, tra il Pigneto e Porta Maggiore, Trastevere, il Tuscolano, un po’ di centro storico, Casalalpalocco, la spiaggia di Ostia.

Certo, c’è qualche “capellone”, c’è perfino una scritta sul muro, “Autonomia Operaia” (che però non esisteva, come organizzazione, prima del 1973: licenza poetica?). C’è Pasolini. Ma niente di più. C’è invece, come dicevamo, moltissimo cinema, moltissime storie e storielle sul cinema. Ed è un racconto molto godibile.

Roma è un libro dichiaratamente felliniano, soprattutto, nelle storie e nei caratteri di alcuni personaggi. In particolare quando racconta un film leggendario del regista romagnolo, “Roma” – che è forse più un documentario surreale, che un film, almeno a tratti – e sulla sua realizzazione. Su cui, appunto, si narrano numerose leggende.

Nel romanzo troverete storie forse vere, probabilmente false, spesso verosimili. Come quella di Louis Palumbo detto Satchmo, imitatore nano del famoso jazzista statunitense noto con quel soprannome. Grazie al Satchmo de’ noantri, Tommaso trova non soltanto un lavoro – raccogliere pettegolezzi, voci e notizie su personaggi famosi, per inventare poi storie da rivendere alla stampa – ma anche una nuova famiglia.

“Roma”, di Nicola Manuppelli. Miraggi Edizioni, 2018.

### Un’immersione nella Roma cinematografica
A sei anni dalla sua pubblicazione, il romanzo “Roma” di Nicola Manuppelli continua a catturare l’attenzione degli amanti del cinema e della storia ambientata nella capitale. Con una trama che si snoda tra il mito felliniano e i quartieri storici della città, il libro trasporta il lettore nel mondo cinematografico romano del 1970, offrendo una prospettiva unica sulla vita e sulle passioni di un giovane giornalista milanese.

### Un viaggio nel passato di Roma
Attraverso le pagine di “Roma”, Manuppelli ci guida attraverso un viaggio affascinante nel passato di Roma, tra le luci di Cinecittà e i vicoli di Trastevere. Il romanzo offre uno sguardo privilegiato sul mondo del cinema e della stampa scandalistica dell’epoca, con una narrazione avvincente che mescola realtà e finzione in un intreccio avvincente.

### Un omaggio al cinema e alla creatività
“Roma” è un vero e proprio omaggio al cinema e alla creatività, con riferimenti a personaggi e film leggendari che hanno segnato l’epoca d’oro della cinematografia italiana. Attraverso le vicende di Tommaso e dei suoi straordinari incontri nel mondo del cinema, il romanzo ci trasporta in un universo magico e affascinante, dove la realtà si mescola con la fantasia in un connubio irresistibile.