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Libano, di nuovo sotto attacco. Dopo le migliaia di cercapersone scoppiate martedì 17 settembre alla stessa ora in tutto il Paese, nel pomeriggio di ieri, mercoledì 18, un’altra ondata di deflagrazioni ha scosso i cittadini libanesi. A esplodere questa volta sarebbero state radio portatili, walkie-talkie, macchine per impronte digitali e pannelli solari, usati dai militanti di Hezbollah. Esplosioni sono state udite nella periferia meridionale di Beirut, così come a Nabatieh, Tiro e Saida. La conta dei feriti e dei morti è purtroppo anche questa volta provvisoria. Si parla di almeno 20 vittime e circa 450 feriti.

### La situazione attuale in Libano

Sui possibili scenari che questi attacchi, purtroppo stanno aprendo nell’intera regione, il Sir ha chiesto un parere a Vincenzo Buonomo, ordinario di Diritto internazionale alla Pontificia Università Lateranense. Per la prima volta siamo di fronte ad un attacco cibernetico sferrato in maniera mirata e contemporanea. Non è un episodio isolato, ma va inserito in un conflitto aperto nel quale per combattere si utilizzano in modo massiccio tecnologie vecchie e nuove. L’uso di intelligenza artificiale e algoritmi nei sistemi di puntatura o di individuazione degli obiettivi è diventato strutturale, evidenziando l’evoluzione delle strategie di guerra.

### Implicazioni della situazione attuale

Colpire il Libano non è solo rischioso sul piano militare, ma significa soprattutto porre fine a un esempio virtuoso di coesistenza e convivenza. La storia e l’oggi mostrano che in quell’area nessuno esce vittorioso da un conflitto, ma tutti si ritrovano più deboli, privati di qualcosa che può essere territorio, valori, identità, visione religiosa, patrimonio culturale, capacità economica. La situazione attuale evidenzia la complessità della regione e il pericolo di un’escalation che potrebbe avere conseguenze devastanti per tutti i coinvolti.

### Prospettive future e ruolo dell’Europa

Il prolungarsi dell’azione militare, l’uccisione degli ostaggi, il numero di vittime civili che si registra fanno pensare che non bisogna attendere date specifiche per compiere operazioni sofisticate. La tecnica sin qui perseguita tende a prolungare l’uso della forza, rendendo vani gli sforzi per un piano di pacificazione. L’Europa, pur non essendo direttamente coinvolta, si trova in una fase di introspezione. L’Unione Europea potrebbe giocare un ruolo fondamentale nel promuovere una soluzione diplomatica per evitare un’escalation che porterebbe solo a maggiori conflitti e sofferenze.

In conclusione, la situazione attuale in Libano rappresenta una grave minaccia per la stabilità della regione e per la vita dei cittadini. È fondamentale trovare soluzioni diplomatiche e promuovere il dialogo per evitare una escalation che porterebbe solo a ulteriori devastazioni e tragedie. È necessario che le potenze mondiali e regionali si impegnino attivamente per trovare una soluzione pacifica e duratura che possa garantire la sicurezza e il benessere di tutti i popoli coinvolti.