L’inchiesta condotta da Sigfrido Ranucci per il programma Report ha portato alla luce una serie di criticità nella gestione del Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, e del Museo Maxxi di Roma. Secondo l’inchiesta, durante il mandato di Giuli, il museo ha registrato un calo significativo di visitatori e biglietti venduti, portando il Ministero della Cultura a intervenire finanziariamente con fondi pubblici per compensare le perdite.
Uno dei progetti finanziati con fondi pubblici è stato “Cure,” un progetto di rigenerazione urbana sviluppato in collaborazione con l’Università La Sapienza e Sony, ma che non è mai stato realizzato a causa della decisione del Maxxi di non partecipare. Inoltre, l’inchiesta ha evidenziato come Giuli abbia scelto consulenti vicini a Fratelli d’Italia per curare una mostra sui futuristi al Maxxi, aumentando i costi dell’evento.
Un altro progetto finanziato durante la gestione Giuli è stato Connessioni Culturali, basato sulla tecnologia 5G e realtà aumentata, che ha permesso ai visitatori di esplorare virtualmente il Vittoriale, museo-casa di Gabriele D’Annunzio. Tuttavia, il progetto è stato aperto al pubblico solo per cinque giorni, sollevando domande sull’efficacia della gestione e sulle priorità stabilite.
Dopo la trasmissione dell’inchiesta, il Ministro Giuli ha difeso le sue scelte, sottolineando la trasparenza delle sue azioni e confermando la collaborazione con il progetto culturale della Lega. Nonostante ciò, le rivelazioni di Report continuano a suscitare reazioni politiche, con alcuni esponenti dell’opposizione che richiedono maggiore chiarezza sulle nomine e sull’uso dei fondi pubblici nel settore culturale. La Premier Giorgia Meloni ha confermato la sua fiducia in Giuli, organizzando un incontro per discutere dei progetti futuri per il Ministero della Cultura.