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Nella Conferenza dei missionari italiani, a Pescara, nell’ambito del G7 Sviluppo, si è discusso dell’importanza dell’istruzione in Africa. I missionari italiani si sono confrontati su questo tema fondamentale per il continente con la più grande popolazione di giovani del pianeta. La conferenza è stata presieduta dal ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani e moderata dall’inviato speciale per la promozione della libertà religiosa, Davide Dionisi. Durante l’incontro, vescovi e missionari hanno condiviso le loro esperienze nell’educazione e nell’assistenza dei più vulnerabili in diversi Paesi africani.

Uno degli aspetti più significativi del lavoro dei missionari cattolici in Africa è stato il loro impegno per la scolarizzazione di ampi settori del continente. Le scuole cattoliche hanno svolto e continuano a svolgere un ruolo chiave nella formazione delle giovani generazioni. Attualmente, ci sono oltre 10mila scuole primarie e secondarie cattoliche in Africa, insieme a 15 università significative e decine di istituti minori. Tuttavia, con la diminuzione delle vocazioni missionarie, molte di queste istituzioni sono ora gestite dalle diocesi locali o da istituti religiosi autoctoni.

L’Africa ha una popolazione di un miliardo e mezzo di abitanti e un’età media di 20 anni. Nel 2050, il 40% di tutte le persone di età inferiore ai 18 anni sarà in Africa. Tuttavia, attualmente, 98 milioni di bambini nella sola Africa subsahariana non vanno a scuola e l’86% dei minori africani fatica ad acquisire un’alfabetizzazione di base entro i 10 anni. Questa situazione si è ulteriormente aggravata con la pandemia di Covid-19 e altre crisi regionali.

Per sostenere veramente lo sviluppo dell’Africa, è necessario concentrarsi su alcune priorità cruciali. In primo luogo, è essenziale affrontare i meccanismi sistemici che determinano la povertà in Africa, a partire dalla questione del debito pubblico. I Paesi africani hanno visto aumentare il loro debito con creditori privati, rendendo il servizio del debito più oneroso e a breve termine. Questo ha impedito agli Stati africani di investire adeguatamente in infrastrutture e servizi essenziali.

Inoltre, è importante rivedere gli impegni presi dagli Stati più sviluppati nei confronti dell’assistenza allo sviluppo. Molti Paesi non hanno rispettato l’impegno del 0,70% del PIL per l’assistenza allo sviluppo, come stabilito nel 1970 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Questo ha limitato la capacità di molti Paesi africani di ricevere il sostegno di cui hanno bisogno per affrontare le sfide educative e sociali.

Infine, per promuovere lo sviluppo sostenibile in Africa, è essenziale investire nella ricerca e nell’innovazione endogene al continente. Inoltre, è importante potenziare l’empowerment e la formazione istituzionale, oltre a condividere conoscenze e tecnologie per valorizzare il capitale umano del continente.

In conclusione, l’istruzione in Africa è fondamentale per il progresso del continente. Come sottolineato da Kwame Nkrumah, i missionari cristiani hanno svolto un ruolo cruciale nel risveglio della dignità africana attraverso l’educazione. È importante continuare a sostenere il lavoro dei missionari e delle missionarie per garantire un futuro migliore per l’Africa e le sue giovani generazioni.