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Il 31 ottobre si avvicina e con esso l’arrivo trionfale di Halloween, una festa che, nonostante le origini antiche legate al mito celtico di Samhain, oggi è diventata una celebrazione del consumismo, della banalità e del cattivo gusto. Mario Pollo, antropologo dell’educazione, spiega che questa festa ha perso il significato originario legato al confine simbolico tra il mondo dei vivi e quello dei morti.

Secondo Pollo, l’attuale celebrazione di Halloween non fa altro che rimuovere dalla coscienza delle persone la consapevolezza della propria mortalità, nonostante l’iper-rappresentazione mediatica della morte nella società odierna. Molti genitori evitano di parlare ai propri figli della morte in modo diretto, preferendo usare metafore ed eufemismi per affrontare l’argomento.

Tuttavia, Pollo sottolinea l’importanza di educare le nuove generazioni in modo sano e costruttivo sulla morte, recuperando il legame con coloro che ci hanno preceduto e che un giorno ritroveremo. Propone di far scoprire ai giovani il patrimonio collettivo di sapere, valori e fede lasciato dalle generazioni passate, e di insegnare loro che le persone care defunte sono spiritualmente accanto a loro.

Infine, Pollo cita l’esempio di Carlo Acutis e Chiara Luce Badano, giovani che hanno dedicato la propria vita alla santità, suggerendo che educare i giovani alla bellezza e incoraggiarli a seguire modelli luminosi come questi potrebbe essere più costruttivo che celebrare simboli di tenebre in festività come Halloween.