Carlos Herrera, il presidente della Conferenza episcopale del Nicaragua e vescovo di Jinotega, è stato arrestato il 13 novembre dal regime di Daniel Ortega. Tuttavia, è riuscito a fuggire ed è arrivato in Guatemala, dove è stato accolta dai Frati minori. Secondo quanto riportato dalla Provincia guatemalteca dell’ordine, Herrera è stato accolto come un fratello in visita.
Il vescovo sarebbe stato caricato su un volo di linea dal regime di Ortega, senza alcuna trattativa con il Guatemala o la Chiesa locale. Questo gesto ha scatenato reazioni di preoccupazione da parte dell’Ufficio per la libertà religiosa del Dipartimento di Stato americano, che ha condannato l’esilio forzato del vescovo Herrera e ha espresso solidarietà con la Chiesa nicaraguense.
Anche la Conferenza episcopale panamense ha emesso un comunicato in cui esprime dolore per la situazione attuale e condanna l’espulsione di Herrera come un’aggressione contro la Chiesa e un attacco ai diritti fondamentali del popolo nicaraguense. La Chiesa di Panama si è dichiarata solidale e ha pregato costantemente affinché in Nicaragua prevalga la pace, la riconciliazione e il rispetto dei diritti umani.
Questa situazione evidenzia il clima di persecuzione religiosa nel Paese a opera del regime di Ortega e Murillo. È importante che la comunità internazionale continui a monitorare da vicino la situazione in Nicaragua e a esercitare pressioni sul governo per garantire la libertà religiosa e i diritti umani per tutti i cittadini.
La fuga di Carlos Herrera e il suo arrivo in Guatemala sono un segno della determinazione e della forza della Chiesa nel difendere la verità, la giustizia e la libertà religiosa. È fondamentale che la comunità internazionale sostenga i pastori e i fedeli nicaraguensi in questo momento difficile e continui a promuovere valori di pace, riconciliazione e rispetto dei diritti umani in tutto il mondo.