Dormitori per senzatetto a Roma: rischio bomba ad orologeria durante il Giubileo
Puntualmente, tornano a far notizia quei “non luoghi” che sono i sottopassi. Pensati per consentire ai pedoni di andare da un lato all’altro della strada in sicurezza, al contrario si sono rivelati nel tempo rifugio per senzatetto di ogni tipo. E così nelle grandi città si preferisce attendere ben volentieri il tempo tra un semaforo e l’altro piuttosto che servirsene. Puntualmente vengono sgomberati e con altrettanta puntualità finiscono per ritornare nelle condizioni iniziali.
Tra piazza Fiume e Porta Pia in particolare sono molti gli spazi in cui i residenti oggi faticano ad avvicinarsi. E denunciano la situazione del “tunnel” di corso Italia, con rifiuti sparsi sulle scale, topi in circolazione, escrementi. E il degrado porta con sé il problema della sicurezza. Ad esempio, difficile pensare alle conseguenze di un incendio in posti come questi, dove diventa anche difficile fuggire rapidamente. Proprio per questo tra i progetti per il Giubileo a Porta Pia si prevede la chiusura del sottovia inutilizzato.
Altri tunnel sono invece stati oggetto di riqualificazione. E così di recente è stato riaperto (dopo quattro anni) il sottopasso pedonale che collega la metro Piramide alla stazione Ostiense. Mentre si discute da tempo di come rimettere in sesto il tunnel del Quadraro, sotto la via Tuscolana (periferia sud-est della Capitale), dove l’anno scorso è divampato un incendio. Altrove, invece tutto appare fermo. E così le cronache puntualmente tornano a narrare gli orrori che a volte si consumano all’interno. I precedenti non riguardano solo Roma e non si fermano ovviamente solo a quanto accade nel sottosuolo.
Coinvolgono anche palazzi occupati, insediamenti abusivi e tutti quei luoghi dove non arriva il controllo dello Stato. E così, con il Giubileo alle porte, le misure di contrasto hanno visto un’accelerazione. Un annuncio delle conseguenze di cosa significa avere delle aree così era già arrivato in estate, con la Capitale segnata dal ripetersi di vari roghi, con cadenza inquietante. Nel caso di Monte Mario le fiamme sono partite da un accampamento abusivo dentro una riserva. Lunedì le forze dell’ordine hanno sgomberato (per l’ennesima volta) decine di tende e bivacchi lungo le Mura Aureliane a Castro Pretorio, non lontano dalla stazione Termini. Stavolta, però, sono state anche installate delle cancellate ad altezza uomo, primo passo verso una rete di protezione che impedisca nuovi ingressi irregolari in futuro.
Un’operazione anti-degrado arrivata in uno degli accessi alla città (a due passi c’è la principale stazione ferroviaria di Roma). Dentro il Pd quest’intervento ha suscitato qualche malumore (più o meno pubblico) e alcuni distinguo, ma la linea di Gualtieri è sempre stata abbastanza chiara. Il sindaco di Roma infatti ha accuratamente evitato di accostarsi all’immagine del sindaco “sceriffo”, scegliendo al contrario una linea quanto più possibile dialogante. Ma allo stesso tempo ha provato a cercare delle soluzioni concreti, affiancando agli sgomberi censimenti per individuare e tutelare i fragili.
E così ieri le forze dell’ordine sono entrate con un maxi blitz in un altro “buco nero” della Capitale, l’ex hotel Cinecittà, un edificio occupato alla periferia sud-est di Roma e gestito da gang di latinos. Mentre una settimana fa è stato chiuso, senza la necessità di uno sgombero, il campo nomadi di via Cesare Lombroso, periferia nord-ovest della città. Insomma, le azioni si stanno intensificando. D’altronde, con il Giubileo in partenza il 24 dicembre, il tempo stringe e non si tratta solo di finire i tanti cantieri sparsi per la città, ormai entrati nella fase decisiva.
Secondo le previsioni nella Capitale arriveranno infatti una trentina di milioni di pellegrini («100mila al giorno di media», ha dichiarato lo stesso Gualtieri), molti dei quali dall’estero. E se questi eventi storicamente hanno un effetto traino per il turismo negli anni successivi, allo stesso tempo basta che vengano associati a un fatto di cronaca per sporcarne l’immagine. E sono ferite che poi faticano a guarire.