Corpi di 4 ostaggi di Israele rientrati dall’Hamas: RomaSette
Tragedia e dolore si sono fusi in un’atmosfera carica di tensione e commozione oggi, 20 febbraio 2025, quando le salme di Shiri Bibas, dei suoi due piccoli figli Kfir e Ariel, e dell’ottantacinquenne Oded Lipshitz sono stati riconsegnate da Hamas alla Croce Rossa e, successivamente, alle Forze di Difesa israeliane (IDF). Un atto che ha scosso non solo le famiglie coinvolte ma l’intera comunità internazionale, gettando luce su una vicenda che ha destato orrore e compassione in tutto il mondo.
Una scena drammatica si è dipanata a Khan Younis, nella Striscia di Gaza meridionale, dove le quattro bare contenenti i corpi degli ostaggi sono state esposte su un palco, circondate da una folla di palestinesi in lutto e indignazione. Le immagini trasmesse da Al Jazeera hanno mostrato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu raffigurato come un vampiro assetato di sangue, con la didascalia che lo accusava di aver assassinato le vittime con i missili degli aerei da caccia. Un’immagine che ha suscitato reazioni contrastanti e alimentato ulteriormente il clima di sospetto e conflitto che avvolge la regione.
La Croce Rossa ha operato il delicato trasferimento delle salme a Khan Younis, dove sono state consegnate all’IDF per ulteriori procedure di identificazione presso l’istituto forense Abu Kabir. Una cerimonia militare guidata dal rabbino dell’IDF Eyal Karim ha preceduto il trasferimento, sottolineando la solennità e il rispetto dovuti alle vittime e alle loro famiglie in un momento così doloroso e delicato. Il processo di identificazione potrebbe richiedere fino a 48 ore, durante le quali le famiglie degli ostaggi saranno costantemente aggiornate sulle ultime novità.
Nel frattempo, Hamas ha annunciato un prossimo scambio con gli ostaggi israeliani, vivi o morti, che vedrà la liberazione di 602 detenuti palestinesi, tra cui numerosi prigionieri politici e condannati, come parte di un accordo di scambio che si prospetta carico di tensione e incertezza. Le voci della comunità internazionale si sono levate in coro per condannare l’orrore di questo scambio, ritenuto da molti una macabra rappresaglia contro la vita di innocenti.
In questo contesto di dolore e disperazione, le dichiarazioni del presidente israeliano Isaac Herzog e di Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, hanno fatto eco alla tristezza e alla rabbia di un popolo colpito nel profondo. Herzog ha espresso il suo cordoglio e il suo pentimento per non essere riuscito a proteggere le vittime, chiedendo perdono e riconoscendo la gravità dell’accaduto. Di Segni, da parte sua, ha denunciato la crudeltà e la vergogna di trattenere ostaggi come pedine in un gioco politico, sottolineando l’importanza di unire le forze per contrastare l’antisemitismo e difendere i valori umani fondamentali.
Le parole di Victor Fadlun, presidente della Comunità Ebraica di Roma, hanno trasudato il dolore e lo sconforto di fronte a una tragedia così inimmaginabile e ingiusta. L’abbraccio solidale della comunità ebraica di Roma nei confronti del padre dei due bambini rapiti ha evidenziato la forza e la resilienza di una comunità unita nel dolore e nella speranza di un futuro migliore.
In questo giorno di lutto e dolore, l’umanità intera si stringe attorno alle famiglie Bibas, Lipshitz e Israele, nella speranza di trovare conforto e giustizia in un mondo segnato da violenza e ingiustizia. Che la memoria di coloro che sono stati strappati alla vita in modo così crudele possa essere benedetta e che il loro sacrificio non sia stato vano.