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La chiusura del carcere Regina Coeli: prospettive e controversie

Dopo la recente rivolta nel carcere di Regina Coeli, che ha visto materassi bruciati e fiamme visibili anche dalle finestre del penitenziario a Trastevere, l’assessore capitolino all’Urbanistica Maurizio Veloccia ha avanzato una proposta sorprendente: chiudere il carcere di Regina Coeli e riconvertire la sua struttura con un progetto di rigenerazione urbana. Questa iniziativa è stata motivata dall’escalation di eventi drammatici che hanno caratterizzato la vita all’interno dell’istituto penitenziario.

La richiesta di Veloccia ha suscitato reazioni contrastanti, con alcuni che accolgono favorevolmente l’idea di chiudere il carcere per risolvere i problemi di sovraffollamento e condizioni inadeguate, mentre altri si oppongono fermamente a questa proposta, sottolineando la necessità di trovare soluzioni alternative.

Le tensioni nella ottava sezione del carcere hanno raggiunto livelli critici, con detenuti che hanno manifestato il loro disagio rifiutandosi di tornare nelle loro celle. La protesta è durata ore e ha portato a gravi danni alle strutture, tanto che la Fns Cisl Lazio ha sottolineato la necessità di chiudere l’intero reparto a causa delle condizioni non conformi alle norme di sicurezza.

La questione del sovraffollamento e delle condizioni di vita inadeguate all’interno del carcere di Regina Coeli è diventata sempre più urgente, con 1200 detenuti che occupano uno spazio progettato per soli 626 posti disponibili. Inoltre, negli ultimi 5 anni si sono verificati ben 15 suicidi in carcere, evidenziando la gravità della situazione.

L’assessore Veloccia ha sottolineato la necessità di prendere una decisione definitiva sul futuro del carcere, evidenziando l’importanza di garantire condizioni di vita umane e dignitose per i detenuti. Ha proposto la realizzazione di nuove strutture più piccole e più umane come soluzione alternativa alla chiusura del carcere storico.

L’ex Ministro Orlando aveva precedentemente ipotizzato la dismissione dell’Istituto di Regina Coeli, suggerendo una collaborazione con Cassa Depositi e Prestiti per realizzare nuove strutture carcerarie. Veloccia ha sottolineato l’importanza di superare le resistenze e di avviare un dialogo con il nuovo governo per affrontare con determinazione il problema del sovraffollamento e delle condizioni inumane all’interno del carcere.

La Fns Cisl Lazio ha respinto categoricamente l’ipotesi di chiusura del carcere, sottolineando che ci sono alternative valide per migliorare le condizioni esistenti senza dover ricorrere alla costruzione di nuove strutture. Il sindacato ha evidenziato che basterebbero piccoli accorgimenti per migliorare le condizioni del carcere, rispettando la capienza massima di detenuti tollerati.

Tuttavia, la proposta di chiudere il carcere e riconvertire la sua struttura in un progetto di rigenerazione urbana rimane al centro del dibattito, con sostenitori e oppositori che continuano a confrontarsi su quale sia la soluzione migliore per affrontare i problemi critici all’interno del carcere di Regina Coeli.

In attesa di ulteriori sviluppi e decisioni definitive, la questione del futuro del carcere di Regina Coeli rimane al centro dell’attenzione, con l’obiettivo comune di garantire condizioni di vita dignitose per i detenuti e risolvere i problemi di sovraffollamento e sicurezza all’interno dell’istituto penitenziario.