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Chi è Maricetta Tirrito: l’attivista antimafia arrestata per maltrattamenti agli anziani

“Approvato alla Camera il mio ordine del giorno sulla silver cohousing. Un grazie a tutto il Governo e a Fratelli d’Italia. Ma in particolare ai firmatari Foti, Ciocchetti, Colosimo, Lancellotta, Maccari, Morgante, Rosso e Schiavone”. Era marzo dell’anno scorso quando Maricetta Tirrito scriveva queste parole sui social. Un passo avanti verso il cohousing a lei tanto a cuore, quello che assicurava aver realizzato nella villetta di via Isernia ad Ardea, ritenuta invece dagli inquirenti, che oggi hanno arrestato l’attivista, un ospizio abusivo e degli orrori, fatiscente, dove gli anziani venivano derubati e alcuni lasciati morire.

Nel corso del tempo del resto l’indagata è riuscita a sviluppare una rete di relazioni di notevoli dimensioni. Neppure il blitz all’inizio dell’anno nella struttura al centro dell’inchiesta l’aveva fatta arretrare. Aveva bollato tutte le accuse come menzogne e specificato che finalmente anche in Parlamento si erano resi conto dell’efficacia dei metodi da lei utilizzati.

Sempre in prima fila nelle manifestazioni contro le violenze sulle donne e contro la mafia. Relatrice in eventi organizzati in mezza Italia e nelle scuole. Seduta vicino a esponenti delle forze dell’ordine e magistrati. Crocerossina e opinionista. Pronta a rilasciare dichiarazioni alle agenzie di stampa e a parlare davanti alle telecamere. Eppure di segnali ce n’erano stati. Partendo dalla sua Sicilia. La donna che si definisce “indipendente di fede cattolica, madre e libero professionista, siciliana e orgogliosa di esserlo”, proprio a Palermo era stata condannata per simulazione di reato e calunnia, in quanto avrebbe finto aggressioni per ottenere la scorta. Trasferitasi nel Lazio e messo radici a Ostia, aveva pian piano collezionato denunce per truffa, lesioni, maltrattamenti e appropriazione indebita. Nella stessa Ardea, prima delle indagini sulla casa di via Isernia, erano stati bloccati altri due immobili in via Pisa e nella zona dell’Acqua Fredda. Maricetta Tirrito continuava a ripetere che si trattava solo di calunnie contro di lei. L’ultimo caso? Parlando di uno sfratto a carico degli Spada otto mesi fa aveva scritto: “Finalmente uno sfratto dovuto!!! Peccato che ci abbiano messo così tanto tempo!!!! Certo questi sono pericolosi… Ti possono ammazzare!!! Mentre…. Per dei poveri vecchietti certi sindaci usano le maniere forti… Che schifo… Forti con i deboli e deboli con i forti!!!!… Politicanti da strapazzo…..!!”. E passava da un corteo all’altro.

Proprio come quando, inizialmente vicina alla Lega, nel 2019 salì sul palco di Pontida insieme a Matteo Salvini e a G., una bambina presentata come simbolo dei bimbi sottratti ingiustamente alle famiglie. Era scoppiato il caso Bibbiano e il Carroccio attaccava a testa bassa il Pd. La Tirrito era lì come vicepresidente della neocostituita associazione nazionale “Bambini strappati”, assicurando di voler “raccogliere sofferenze e denunce” di famiglie come quelle di Bibbiano. Non si contano le foto con Salvini. L’indagata ha poi collezionato selfie anche con il vice presidente del Senato, Gian Marco Centinaio, e ha manifestato solidarietà ad Armando Siri. Ha partecipato ad eventi insieme al sottosegretario Vittorio Sgarbi. Dalla Lega è quindi passata a FdI, avvicinandosi al partito di Giorgia Meloni. Ed eccola, vicina all’attuale premier e a Virginia Raggi in una manifestazione, scrivendo: “Tre donne… ma solo due amano veramente Roma… Indovinate quali?”. Ovviamente lei e la leader di FdI. Fino a guardare con sempre maggiore interesse al gruppo del ministro Francesco Lollobrigida. Poi è stata la volta delle proteste contro il Green Pass, con l’attivista sempre in prima fila. E di quelle a difesa del capitano Ultimo. Era riuscita a convincere che la struttura di Ardea era il paradiso terrestre anche l’ex consigliera regionale di FdI, Francesca De Vito, che il 27 dicembre scorso, dopo essersi recata nella villetta scrisse: “Ho conosciuto una delle splendide realtà del convivere che saranno sicuramente al centro della nostra visione politica per il Lazio”. La Procura di Velletri ne ha tracciato un quadro diverso.