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Ultimo Scambio di Ostaggi tra Hamas e Israele: Scadenza della Prima Fase del Cessate il Fuoco a Gaza

Nella notte del 27 febbraio, si è verificato l’ultimo scambio di ostaggi e detenuti tra Hamas e Israele, in vista della scadenza della prima fase del cessate il fuoco a Gaza, prevista per sabato 1° marzo. Secondo una nota diffusa su Telegram dalla fazione palestinese, il governo israeliano “non ha altra scelta che avviare i negoziati per la seconda fase”. Hamas ha garantito che Israele non potrà trovare “false scuse” per interrompere il processo, sottolineando che il rispetto dell’accordo di cessate il fuoco è l’unico modo per liberare gli ostaggi rimanenti. Secondo il Times of Israel, Hamas ha dichiarato di essere impegnata nel rispetto dell’accordo di tregua a Gaza e pronta a iniziare i colloqui per la seconda fase.

Le Dichiarazioni di Israele e l’Idf

Dall’altra parte, un funzionario israeliano ha comunicato ai media nazionali che le Forze di Difesa israeliane (Idf) non si ritireranno dal corridoio Filadelfia, la zona cuscinetto tra Egitto e Gaza, nonostante l’accordo di cessate il fuoco imponga il ritiro dell’esercito al termine della prima fase. Il funzionario ha affermato che Israele non consentirà a membri di Hamas di aggirarsi al confine con armi e pick-up e di riarmarsi attraverso il contrabbando.

Per quanto riguarda gli ostaggi restituiti, il governo israeliano ha confermato che tre di loro – Ohad Yahalomi, Tsachi Idan e Itzhak Elgarat – sono stati uccisi durante la prigionia a Gaza, mentre uno, Shlomo Mantzur, è stato ucciso il 7 ottobre e il suo corpo è stato portato prigioniero a Gaza, come riportato in una dichiarazione dell’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu. Israele ha rilasciato circa 400 detenuti palestinesi su un totale di 602 previsti nell’accordo di cessate il fuoco a Gaza. Un autobus li ha trasportati a Ramallah, in Cisgiordania, dove sono stati accolti festosamente dalla folla. Questo scambio rappresenta il culmine della prima fase dell’accordo, entrato in vigore il 19 gennaio, che prevedeva il rilascio di 33 ostaggi entro l’1 marzo, inclusi i corpi di otto ostaggi, in cambio del rilascio di 1.900 palestinesi detenuti da Israele.

Il Contesto Politico e Umanitario

Questa delicata situazione politica e umanitaria ha attirato l’attenzione a livello internazionale, con l’Unione Europea e le Nazioni Unite che seguono da vicino gli sviluppi della crisi. Secondo l’analista politico David Cohen, “questo scambio di ostaggi rappresenta un passo significativo verso la stabilizzazione della regione, ma rimangono sfide cruciali da affrontare per garantire una pace duratura tra Israele e Hamas”.

Mentre i negoziati per la seconda fase dell’accordo si avvicinano, si profila un futuro incerto per la regione, con entrambe le parti che devono dimostrare la loro volontà di rispettare gli impegni presi e lavorare insieme per una soluzione pacifica e duratura. L’intera comunità internazionale tiene il fiato sospeso, nella speranza che questo possa essere un passo nella giusta direzione verso la pace e la stabilità in Medio Oriente.

27 febbraio 2025.