Attacco a Beirut: Nasrallah il bersaglio principale – Fonti Hezbollah confermano il suo stato di salute
Fortissime esplosioni hanno scosso la periferia sud di Beirut, creando nubi di fumo nero e arancione che si sollevano nel cielo della città. Il caos si è diffuso rapidamente, con ambulanze che cercano di raggiungere l’area, aprendosi la strada tra le persone in fuga. Questa è l’immagine che si è presentata agli abitanti della capitale libanese dopo un massiccio attacco condotto dall’Idf israeliano, che ha dichiarato di aver colpito il quartier generale centrale di Hezbollah. L’obiettivo principale, secondo quanto trapelato dai media israeliani, era il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah. Fonti citate da Sky News Arabia hanno riferito che Nasrallah non è rimasto coinvolto nell’attacco e si trova in un luogo sicuro. Tuttavia, fonti israeliane hanno dichiarato che l’Idf sta verificando le condizioni di Nasrallah. Il premier libanese Najib Mikati ha segnalato “molte vittime” a Beirut a seguito del raid, con i media locali che parlano di 6 edifici distrutti.
Beirut, nuovo attacco massiccio. Media rivelano: il bersaglio era Nasrallah
Il raid su Beirut è avvenuto poco dopo il discorso del premier israeliano Benjamin Netanyahu all’Assemblea generale dell’Onu a New York. Da quel palco, Netanyahu ha promesso che Israele continuerà a combattere contro Hezbollah in Libano “finché non saranno raggiunti tutti i nostri obiettivi”. Queste affermazioni hanno ulteriormente minato le speranze di un cessate il fuoco sostenuto a livello internazionale, che mirava a fermare la spirale di violenza che rischia di coinvolgere tutto il Medioriente in una guerra regionale totale. Netanyahu ha anche lanciato minacce all’Iran, dichiarando che se verrà attaccato, Israele risponderà con forza, spingendosi affermare che l’esercito israeliano può raggiungere qualsiasi luogo in Iran e nel Medioriente. Poco dopo queste dichiarazioni, sono giunte le notizie delle esplosioni a Beirut. Netanyahu ha interrotto un briefing con i giornalisti israeliani dopo che il suo segretario militare, il maggiore generale Roman Gofman, gli ha comunicato qualcosa all’orecchio. L’ufficio del premier israeliano ha confermato che Netanyahu ha approvato l’attacco a Beirut al telefono dal suo hotel a New York e ha deciso di anticipare il suo rientro in Israele.
Situazione attuale e reazioni internazionali
Secondo una fonte israeliana citata dal giornalista Barak Ravid di Axios, Israele sarebbe stato avvisato del raid solo pochi minuti prima che avvenisse. Tuttavia, un portavoce del Pentagono ha smentito questa versione, affermando che non ci sono stati preavvisi e che il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, ha parlato con il suo omologo israeliano Yoav Gallant mentre l’operazione era già in corso. Le parole di Netanyahu all’Onu hanno confermato la linea dura del governo israeliano, che ha ribadito la determinazione a continuare le operazioni militari a Gaza e in Libano, minacciando nuovamente l’Iran. Netanyahu ha anche criticato le Nazioni Unite, definendole una “palude di bile antisemita”. Ha sottolineato che Israele desidera la pace, ma deve difendersi dagli attacchi dei suoi nemici. Durante il suo intervento, diverse delegazioni, tra cui quella della Turchia, hanno abbandonato l’aula in segno di protesta.
Risposte locali e internazionali
Le reazioni alla situazione nella regione non si sono fatte attendere. Il governo libanese ha espresso preoccupazione per le vittime causate dall’attacco israeliano a Beirut e ha chiesto un’azione internazionale per porre fine alla violenza. Allo stesso tempo, Hezbollah ha promesso di difendere il Libano e ha accusato Israele di aver cercato di colpire il suo leader, Hassan Nasrallah. Le tensioni nel Medioriente sono giunte a un livello critico, con molte nazioni che chiedono un immediato cessate il fuoco per evitare una escalation delle ostilità. Tuttavia, le posizioni rigide di Israele e dei suoi avversari rendono difficile trovare una soluzione diplomatica al conflitto.
La situazione in Medioriente resta incerta, con le prospettive di pace che sembrano sempre più remote. L’attacco a Beirut e le dichiarazioni di Netanyahu all’Onu hanno riacceso le fiamme della guerra e alimentato le paure di una crisi regionale di vasta portata. Mentre il mondo osserva con apprensione lo svolgersi degli eventi, è fondamentale che la comunità internazionale si adoperi per trovare una soluzione pacifica al conflitto e evitare un ulteriore spargimento di sangue.