A partire dal 1° ottobre, 51 impiegati amministrativi dell’Asl Roma 1 perderanno il lavoro. Si tratta di assunti tramite agenzie interinali, in questo caso GiGroup, provenienti da vecchi appalti.
Martedì 24 settembre la direzione dell’Asl Roma 1 incontrerà una rappresentanza degli amministrativi precari dell’azienda sanitaria, sostenuta dal sindacato Cobas Lavoro Privato, ma l’aspettativa è molto bassa. I 51 assistenti amministrativi, che da vent’anni prestano servizio nella sanità pubblica, hanno davanti a loro una settimana di stipendio, poi passeranno definitivamente sotto l’esclusiva responsabilità di GiGroup, una delle più importanti agenzie per il lavoro in Italia.
A raccontare la situazione è Roberto Cardarella, 63 anni. È uno di quelli entrati dopo, ma comunque è dal 2015 che lavora per l’Asl Roma 1: “All’inizio erano appalti – spiega – perché col buco finanziario della sanità, ci fu il blocco del turnover. Non potendo bandire concorsi, la Regione va avanti con le gare a varie cooperative, ma nel 2020 passiamo prima sotto Manpower e infine GiGroup”.
Il motivo è semplice: subito prima dell’emergenza Covid la giunta guidata da Nicola Zingaretti pubblica un concorso, il primo dopo oltre dieci anni di stop. Gli appalti si fermano, ma gli amministrativi già presenti in organico finiscono per diventare interinali. La Regione stipula un accordo quadro ben preciso, che prevede la decadenza immediata nel momento in cui viene indetto un nuovo concorso pubblico e assunti i candidati vincitori. E così accade.
“Il concorso inizialmente doveva essere per oltre 400 posti da assistente amministrativo (categoria C, con diploma) e collaboratore amministrativo (categoria D, con laurea) – continua Roberto – ma prima si è fermato tutto per il Covid, poi con la ripresa dell’iter la Regione ha dimezzato i posti messi a bando. Siamo scesi a 228. In tutto ciò, l’avviso non ha previsto alcuna quota di riserva per il centinaio di amministrativi già impiegati con contratti di somministrazione”. Le procedure si sono trascinate stancamente fino ad agosto 2023, quando sono state pubblicate le graduatorie di vincitori e di idonei: “Le liste sono rimaste ferme per mesi, è stata la Regione a interrompere lo scorrimento. Nel 2024, dopo vari tira e molla, dei 228 vincitori, la Asl ne ha potuti assumere solo 138”.
Non è una novità. Ad aprile scorso, infatti, i vincitori non assunti si sono uniti in un comitato e hanno iniziato a protestare pubblicamente per chiedere il rispetto delle promesse. Ma in quell’occasione il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, li aveva gelati: “Nelle Asl del Lazio l’unica urgenza che non abbiamo è sugli amministrativi”. La priorità per l’ex numero uno della Croce Rossa Italiana e Internazionale è assumere medici e infermieri. Uno scorrimento poi ci è stato, festeggiato anche dai sindacati confederati a maggio, ma incompleto. Se da una parte ci sono candidati vincitori che ancora non hanno un posto di lavoro come da concorso, dall’altra ci sono lavoratori precari, per anni con contratti in somministrazione, che a breve saranno disoccupati.
“Del centinaio di amministrativi esternalizzati presenti all’inizio – spiega Cardarella – in 40 circa hanno vinto il concorso e sono stati assunti, una decina è idoneo ma la graduatoria è bloccata, altri quaranta non hanno passato il concorso del 2020”. Adesso il loro futuro è segnato, a meno di colpi di scena: il 1° ottobre smetteranno di essere impiegati di Asl, riceveranno per sei mesi uno “stipendio” di 800 euro al mese e saranno “a disposizione” di GiGroup, dopodiché (come prevede la legge) diventeranno ufficialmente disoccupati: “Sarà la GiGroup a licenziarci, prenderemo la Naspi (l’indennità mensile di disoccupazione erogata dall’Inps, ndr) e può immaginare le conseguenze per cinquanta famiglie”.
### Conclusione:
In conclusione, la situazione degli impiegati amministrativi dell’ASL Roma 1 evidenzia i problemi derivanti dal sistema di appalti e agenzie interinali nel settore sanitario. La mancanza di continuità occupazionale e la precarietà delle condizioni di lavoro rappresentano sfide significative per questi dipendenti, che si trovano ora a rischio di licenziamento. Le vicende legate ai concorsi pubblici e alle assunzioni hanno creato una situazione di incertezza e disagio per molti lavoratori, mettendo in luce la necessità di una revisione dei meccanismi di selezione e di gestione del personale nell’ambito della sanità pubblica. Sono necessarie misure concrete per garantire la stabilità e la sicurezza occupazionale di coloro che operano nel settore, al fine di preservare la qualità dei servizi offerti e il benessere dei lavoratori coinvolti.