news-21092024-082538

Un uomo di 48 anni è stato condannato a sei anni e due mesi di carcere per stupro e violenza nei confronti del suo compagno di cella a Rebibbia nel 2018. La sentenza è stata emessa dalla quinta sezione penale del tribunale di Roma dopo che l’uomo aveva picchiato e violentato il compagno di cella in due occasioni separate, culminate in un atto di violenza sessuale.

Il compagno di cella, chiamato Mario per motivi di privacy, ha raccontato di essere stato brutalmente attaccato mentre si trovava sotto la doccia. “Ero andato a fare la doccia, mi sono sentito braccato da dietro, scaraventato contro il muro e poi per terra. Sono svenuto e mi sono risvegliato pieno di sangue”, ha testimoniato Mario durante il processo.

Dopo un periodo di solitudine, Mario si è ritrovato ad avere un nuovo compagno di cella, il 48enne, trasferito per aver aggredito un altro detenuto. Gli altri prigionieri avevano avvertito Mario della pericolosità del suo nuovo compagno di cella. Non sembrava esserci alcuna discussione scatenante tra i due, fino a quando è sorta una lite su un tentativo dell’imputato di preparare grappa nella cella.

Le violenze sono iniziate dopo questo diverbio, con l’uomo che ha preso di mira Mario durante una doccia condivisa. “Le docce erano nella cella, eravamo solo noi due. C’era questo telo per non far uscire l’acqua e mi ha preso con quello”, ha raccontato Mario. Dopo l’aggressione, Mario è stato colpito nuovamente tre giorni dopo, questa volta con una caffettiera, in seguito a un’altra lite.

Mario ha subito gravi lesioni fisiche e psicologiche a causa degli attacchi subiti. Dopo essere stato trasferito in un’altra prigione, ha finalmente trovato il coraggio di denunciare le violenze. “Mi vergognavo, avevo paura di diventare lo zimbello di tutti”, ha confessato.

Il legale di Mario ha sottolineato il danno permanente subito dal cliente, che ha cambiato radicalmente la sua vita e non è più riuscito ad avere rapporti intimi. L’avvocato ha anche evidenziato il danno all’udito riportato dalla vittima a seguito delle aggressioni.

Nonostante il tentativo dell’avvocato dell’imputato di negare le accuse, i giudici hanno ritenuto l’uomo colpevole di violenza sessuale aggravata e lesioni. La condanna di sei anni e due mesi di reclusione è stata accompagnata da ulteriori disposizioni come il pagamento delle spese processuali, l’interdizione dai pubblici uffici, una provvisionale di 10 mila euro e il risarcimento danni da stabilire in un successivo giudizio civile.

Reazioni e Impatto sull’Opinione Pubblica

L’orrore di questo caso di violenza in carcere ha scosso profondamente l’opinione pubblica romana. La violenza sessuale e le lesioni subite da Mario hanno suscitato indignazione e richieste di maggiore sicurezza nelle carceri.

Le organizzazioni per i diritti umani hanno condannato fermamente gli atti commessi dall’uomo di 48 anni e hanno chiesto un’indagine approfondita sul sistema carcerario per prevenire simili episodi in futuro. La sicurezza e la protezione dei detenuti devono essere garantite in ogni istituzione penitenziaria.

Protezione delle Vittime e Riforme Carcerarie

La vicenda di Mario ha messo in luce la vulnerabilità dei detenuti all’interno delle carceri e la necessità di riforme per proteggere le vittime di violenza. Le istituzioni devono impegnarsi per garantire un ambiente sicuro e rispettoso per tutti i detenuti, prevenendo atti di violenza e abusi.

Le vittime di violenza in carcere devono essere sostenute e protette, con accesso a servizi di supporto psicologico e legale per affrontare le conseguenze traumatiche degli attacchi subiti. È fondamentale che le voci delle vittime vengano ascoltate e che si agisca per garantire loro giustizia e riparazione.

In conclusione, la condanna del 48enne per stupro e violenza in carcere rappresenta un passo importante verso la giustizia per Mario e per tutte le vittime di violenza nelle carceri. È necessario continuare a lavorare per migliorare le condizioni all’interno delle istituzioni penitenziarie e proteggere i diritti e la dignità di tutti i detenuti.